La storia della croce

Questa bozza contiene solo notizie vere, cui si può risalire dall’analisi di testi in possesso dell’associazione; non è elegiaca nel confronto di persone, ed è innovativa rispetto alla canonica storia dell’associazione, molto più epica e cantata. 
La parte sulla Benedicta emerge dalle interviste fatte da Risso, scremate delle parti non certamente sicure e storiche. 
Vorrei che chi legge queste righe, più che una banale correzione di errori ortografici o di refusi, analizzasse il continuum storico, la sua rispondenza alla verità, al fine di poter portare in stampa un documento che possa essere utile e condiviso dai posteri. 
I flashback relativi all’anpas o i richiami alla vertenza con la C.R.I. sono voluti, per portare il lettore a fare raffronti e paragoni con l’attualità. 
Grazie della Collaborazione. 

Mauro Ambrosini

storicastorica

Nell’Italia di fine Ottocento, specie nelle regioni centrosettentrionali, si diffuse un nuovo tipo di associazioni volontarie.
I loro membri prestavano assistenza ai malati e agli indigenti, trasportavano gli infermi agli ospedali, effettuavano servizi di soccorso in occasione di catastrofi e calamità naturali (epidemie, alluvioni, terremoti). Con la loro attività andarono a colmare uno spazio che lo Stato e gli enti locali avevano lasciato completamente vuoto.

In questo contesto storico – sociale s’inserisce la storia della Croce Verde di Pontedecimo, strettamente legata a quella del contesto territoriale ove è stata fondata e dove ancora oggi, ad un secolo di distanza, continua ad operare.
La Valpolcevera nella seconda metà del secolo XIX era interessata da forti modificazioni inerenti alle attività manifatturiere ed industriali poiché le fabbriche, metallurgiche e tessili, prendevano il posto dei molini che negli anni precedenti avevano utilizzato il territorio del comune di Pontedecimo, in quanto idoneo all’attività di molitura grazie alla presenza dei due corsi d’acqua.
Le attività operaie, fecero da catalizzatore alle iniziative di solidarietà e di soccorso, molto sentite anche a causa dei frequenti infortuni sul lavoro che interessavano con triste frequenza le maestranze.

Nell’ultimo bimestre del 1907 alcuni concittadini costituirono un comitato al fine di sensibilizzare la cittadinanza e la la municipalità di Pontedecimo, al fine di costituire anche nel comune di Pontedecimo una pubblica assistenza che effettuasse i servizi di trasporto dei malati e dei feriti, effettuando un servizio fino allora erogato dai Pompieri o da personale improvvisato che effettuava comunque i trasporti facendosi pagare dalla cittadinanza.
Tali informazioni di possono assumere sia dalla copia dei manifesti e delle lettere in possesso dell’Archivio Storico del Comune di Genova, sia dal Bollettino Ufficiale n.°1 della nostra Associazione, relativo al periodo gennaio – maggio 1908, depositato presso l’archivio storico del Comune di Campomorone e del quale la nostra Associazione è entrata in possesso grazie al signor Maurizio Lamponi.

Dalla documentazione acquisita presso l’archivio storico del Comune d Genova si è potuto verificare come esistesse un vero e proprio comitato locale, teso a patrocinare la fondazione della nostra associazione di pubblica assistenza; tale comitato convocò per il dicembre 1907 una prima assemblea, utilizzando manifesti stampati su carta verde che richiamavano i concittadini all’importante appuntamento costituito dalla fondazione di una nuova Pubblica Assistenza.
Il comitato promotore, comportandosi con assoluta modernità, invitò all’assemblea anche le associazioni del Comune di Pontedecimo e i singoli cittadini, con lettere e volantini stampati in tipografia, ad evidenziare un’organizzazione embrionale attenta, già allora alle forme di comunicazione.
Dopo la prima assemblea si decise di partire immediatamente con la piena operatività della neonata associazione,che, con pragmatismo polceverasco, iniziò immediatamente ad effettuare i servizi, sia in orario notturno che diurno dalla data del 1 gennaio 1908.
La municipalità forni alla neonata associazione una prima sede composta di pochi locali, presso la casa comunale, dove i soci fondatori iniziarono a svolgere con continuità le attività istituzionali che ancora oggi contraddistinguono la nostra pubblica assistenza, che da allora, con continuità continua a portare avanti ed a diffondere la cultura della solidarietà.

Nel testo del bollettino ufficiale della Pubblica Assistenza è riportato che i primi soci non si preoccuparono dello stato finanziario della giovane Croce Verde, tanto erano animati da fervore solidaristico, sperando nel buon cuore della cittadinanza, e facendo affidamento sulle quote sociali che essi stessi versavano per poter consentire alla giovane associazione di andare avanti.

La nostra Associazione, allora come oggi, aveva continuamente l’esigenza di migliorare il parco veicoli, anche se allora si parlava di barelle su ruote trainate dai volontari stessi, e nel primo bollettino, viene riportato che, come oggi, la Società Operaia di Mutuo Soccorso la Fratellanza fu generosa nei confronti della Croce Verde, consentendo ai volontari di organizzare, allo scopo di finanziare l’associazione, una festa da ballo, i cui proventi furono devoluti alle spese necessarie alla sopravvivenza della pubblica assistenza.
Nell’improvvisata sede sociale organizzata nei freddi locali messi a disposizione dal Comune di Pontedecimo nella Casa Comunale i primi volontari organizzarono un dormitorio per ospitare ogni notte cinque volontari ed un locale ove ricoverare la barella a mano che lo stesso comune aveva donato alla Croce Verde.

Il bollettino ufficiale riporta il processo verbale della seduta inaugurale della Società di P.A. Croce Verde di Pontedecimo e del suo vessillo, avvenuta per cura della società stessa nel Salone Municipale in data 31 maggio 1908 nel quale è riportato :”La nostra società, sorta in via provvisoria il 1 gennaio 1908, aveva ora di una formazione stabilmente definitiva, ed il Consiglio, avendo provveduto con sue deliberazioni ed effetti ai suoi atti provvisori, ritenne opportuno stabilire l’inaugurazione ufficiale definitiva della nostra Società di P.A. pel giorno 10 maggio 1908”.

Alla manifestazione di inaugurazione della nuova associazione presenziarono le consorelle Croce Verde Praese, la Croce D’oro di Sampierdarena, la Croce Bianca di Bolzaneto, la Croce Verde e la Croce d’Oro Sestrese, la Compagnia P.A. Genovese e la Croce Bianca Genovese, mentre inviarono una lettera di solidarietà le consorelle della Croce Bianca e Croce d’Oro di Savona, la Croce Verde Genovese e la Croce Verde Lavagnese.
Queste associazioni, insieme ad altre presenti nelle regioni vicine, si raccolsero nel 1904 in una federazione nazionale, che ancora oggi esiste e ha festeggiato il suo primo centenario di vita, l’Anpas, che ad oggi raccoglie oltre 800 sodalizi con centomila volontari e settecentomila soci.
Si nota, in effetti, come già un secolo fa si assisteva alla formazione di quello che ai nostri giorni viene chiamato movimento delle pubbliche assistenze, riconoscendo le proprie comuni finalità statutarie ed istituzionali che consentivano, anche in quell’epoca di scarsi mezzi di comunicazione, di confrontarsi per crescere insieme.

Le attività istituzionali della Croce Verde di Pontedecimo si svolgevano in tutto il territorio dell’alta Valpolcevera (come adesso ma non si può dire), come si può evincere dalla documentazione contabile presente nel secondo bollettino ufficiale, relativo al periodo 1908-1912 nel quale sono elencati i vari contributi erogati dalle municipalità all’associazione di Pontedecimo, che corrispondevano a 150 lire da parte del comune di Campomorone, 560 lire dal comune di Pontedecimo, 320 lire dal comune di Ceranesi e 100 lire dal comune di San Quirico, per un totale di 1130 lire.
Dall’analisi dei rendiconti della Croce Verde emerge comunque che il contributo degli enti locali era, come oggi, non sufficiente per consentire il funzionamento della macchina associativa, tanto che il valore dei contributi sociali era di1029 lire, di poco inferiore al contributo pubblico.

L’attività della pubblica assistenza non riguardava, come sopra scritto, solo la popolazione di Pontedecimo, ma l’opera di soccorso in breve si estese ai comuni confinanti ed a località quali Isoverde, San Martino di Paravanico, con interventi anche al Santuario di N.S. della Guardia, a Pedemonte ed a Busalla, con interventi che portarono i nostri militi ad intervenire nell’alta Vallescrivia.
E’ da evidenziare che si parla in prevalenza di chilometri percorsi a piedi in ogni condizione atmosferica, per far raggiungere ai feriti ed ai malati trasportati gli ospedali di Rivarolo di Pammatone o del Galliera, dove i nostri volontari dovevano esercitare, inoltre, un’attività di persuasione nei confronti delle direzioni ospedaliere che con riluttanza ricoveravano e i nostri concittadini in quanto il Comune di Pontedecimo non sempre riusciva a pagare le rette di degenza.

Nel 1910, si manifestò la necessità di avere, come già avevano altre pubbliche assistenze, un mezzo di trasporto più veloce che consentisse una maggiore celerità nei ricoveri ospedalieri; per questo la Croce Verde acquistò una “ barella da tiro” a cavalli, un’evoluzione della barella a umano, che veniva trainata per mezzo degli animali dei vetturini posteggiati in Piazza Pontedecimo, i quali mettevano a disposizione di giorno e di notte i loro cavalli in cambio di un contributo, che rappresentava, nel rendiconto sociale del 1912, la maggiore voce di spesa per la giovane associazione di pubblica assistenza.

L’attività della Croce Verde di Pontedecimo, nei suoi primi anni di vita fu decisamente effettuata con molto slancio e fervore, che coinvolse in poco tempo tutta la cittadinanza, tanto che nel 1911, sotto l’esempio dei nostri già numerosi volontari, iniziarono i lavori per la costruzione di una nuova sede sociale sul terreno donato dal cav. Pasquale Napoli.
Dal rendiconto di quegli anni: ”Con una somma meschina di 2829,49 lire, (corrispondente al fondo cassa dell’associazione), ci riusciva impossibile mandare ad effetto i nostri propositi (di avere una sede indipendente) se la fortuna non ci avesse inviato una persona benefattrice, il sig. Napoli Pasquale, che con slancio filantropico ha voluto appagare il nostro pensiero facendoci dono di un pezzo di terreno sufficiente all’erezione di un vasto locale da noi attualmente occupato; se la benigna fortuna non ci avesse inviato un altro benefattore, il sig. Andrea Gallino, che senza neppur interessarsi dell’andamento sociale volle, oltre ad una barella del valore di 1000 lire, farci possessori di 3000 lire”.

Alla straordinaria spesa per l’edificazione della nuova sede sociale, contribuirono in modo diverso numerosi cittadini di Pontedecimo, molti dei quali con somme anche notevoli, tali da riuscire a far fronte alla spesa importante che si era sobbarcata la neonata associazione, che vedeva corrispondere cifre considerevoli per corrispondere le quindicine ai muratori, per pagare i materiali o gli artigiani che contribuirono all’edificazione dello stabile.
E’ da evidenziare come i nostri previdenti soci fondatori avessero stanziato già allora 253 lire per l’assicurazione dello stabile ed avessero adibito, nel 1911, una parte della sala militi a sala adibita alla formazione dei volontari, iniziando con il nascere dell’associazione quel progetto di formazione sanitaria che accompagnerà fino ad oggi la nostra associazione.
Il sogno dei suoi fondatori e dei soci si era realizzato: la Pubblica Assistenza di Pontedecimo aveva una sua sede sociale, indipendente, nell’attuale Via Croce Verde, al civico numero 5.

Nel secondo bollettino della nostra associazione viene puntigliosamente descritta la sede sociale, che presentava: ”al pian terreno, a sinistra: sala per militi e sala disinfezioni e bagni da ultimare, nel centro carrozzeria, a destra sala d’aspetto ed istruzioni ai militi e sala prime cure; al primo piano a destra la sala dell’economo, i servizi e stanza da adottare per malato (stanza d’astanteria) a sinistra la segreteria ed un’altra stanza da ultimare.”
Il rendiconto evidenzia come il secondo piano sia da ultimare per mancanza di fondi, e che una volta terminata quella parte dello stabile sarebbe stata da destinarsi prevalentemente alla realizzazione di un appartamento da dare in uso ad un custode sociale.
Purtroppo a tanta precisione contabile non corrispose altrettanta precisione amministrativa, tanto che la donazione del terreno su cui è stata costruita la sede sociale non è mai stata formalizzata dalla Croce Verde con il benemerito Pasquale Napoli, e da questo semplice accordo tra gentiluomini non formalizzato trasse spunto, nel 1985 la richiesta della Croce Rossa Italiana di entrare in possesso della sede sociale, come verra spiegato più avanti.

Seguirono giorni dolorosi: nel 1912 i nostri Militi furono chiamati al trasporto dei soldati feriti che, reduci dalla guerra di Libia,  sbarcarono nel porto di Genova.
Nel 1913 l’epidemia del colera che colpì Pontedecimo vide i volontari della Croce Verde isolati nel lazzaretto per prestare opera di soccorso ai colpiti dal morbo, mentre nel 1919 l ‘epidemia di “spagnola”, che colpì duramente la nostra vallata, impose ai soccorritori impressionanti carichi di lavoro, tanto che spesso al trasporto con barelle si dovette sostituire il trasporto a braccia e a spalle.
Dopo le ulteriori vicissitudini e lutti che colpirono l’Associazione in occasione della cosiddetta Grande Guerra, verso la fine del1919, la nostra Croce Verde, con il contributo di tutti, soci, cittadinanza ed istituzioni riuscì ad acquistare la prima ambulanza motorizzata: una Fiat 15 TER, un enorme miglioramento che affrancò i nostri volontari dalle enormi fatiche che comportavano i servizi effettuati con la barella a mano, e contemporaneamente riduceva sensibilmente i tempi d’intervento.

Naturalmente occorre evidenziare che i servizi di trasporto e di soccorso venivano effettuati principalmente utilizzando la barella a traino manuale, per limitare al massimo le spese di gestione, in un epoca nella quale gli enti locali e lo stato centrale potevano contribuire alle spese di gestione dell’associazione, ma non esisteva alcun automatismo inerente il rimborso delle spese sostenute.
Nel 1928 la nostra Associazione fu vittima morale delle violenze del fascismo: essa in quanto per volontà statutaria apolitica, non era inquadrata nelle varie organizzazioni che la dittatura dell’epoca riteneva ideologicamente affidabili ed affini e quindi su segnalazione delle camicie nere locali fu emessa un’ordinanza di scioglimento della Croce Verde; fu nominato un commissario straordinario e, nel 1931, con decreto ministeriale, la nostra P.A. fu assorbita dalla C.R.I.

Nel 1930 fu inaugurata una nuova autoambulanza allestita su FIAT 614, ambulanza che fu parte integrante dell’operatività dell’Associazione fino al 1953, con un utilizzo limitato a causa della scarsità di rifornimenti nel corso del periodo bellico, ma che ebbe un momento di gloria quando venne scelta dal regista Lizzani per essere utilizzata nel film “Acthung Banditi”, nel quale la giardinetta dell’associazione è protagonista,di una delle ultime scene, realizzata sotto i ponti di via Campomorone.

Il commissario della Croce Rossa Italiana fu individuato nella persona di Pasquale Napoli, benefattore dell’associazione, cui il comitato centrale della C.R.I. impartì immediatamente disposizioni scritte, impartendo, nello stile dell’epoca, gli ordini operativi cui la Croce Rossa di Pontedecimo doveva ottemperare.
Nell’anno 1932 fu redatto l’atto che sanciva la donazione del terreno e dello stabile sopra edificato alla C.R.I., formalizzando a favore del comitato genovese, su autorizzazione del comitato centrale, l’avvenuto cambio di titolarità; è doloroso notare che le attività che hanno portato a questa amara decisione furono istigate da concittadini appartenenti al Fascio Genovese, sezione di Pontedecimo.
Questo cambiamento portò ad una sorta di frattura tra la base dei volontari ed il consiglio, tanto che molti volontari in un primo tempo si allontanarono dalle attività istituzionali, dando vita ad una crisi interna, superata negli anni a venire grazie alla forte motivazione solidaristica dei soccorritori, che in ogni condizione continuavano ad avere cura della cittadinanza di Pontedecimo.

E’ importante evidenziare come dalla fondazione della Croce Verde, fino a quando non è entrato in funzione l’ospedale Gallino, la sede della Pubblica Assistenza ed il suo ambulatorio rappresentassero per il comune di Pontedecimo e per quelli limitrofi il Pronto Soccorso di riferimento cui trasportare gli infortunati per le prime cure, somministrate o dal dottor Severino Verardo, storico direttore sanitario, o dai volontari stessi dell’associazione.

Nel periodo bellico i volontari dell’associazione omisero di mantenere memoria scritta delle loro attività e dei loro sentimenti, mantenendo formalmente l’attività sotto i colori della Croce Rossa Italiana, in forza di sentimenti contrastanti: la parte del Consiglio di Amministrazione , composta da persone più avanti con gli anni cercava di “navigare a vista” per salvaguardare l’Associazione nel suo complesso, in attesa di tempi miglior, mentre i giovani volontari maggiormente sentivano il sentimento contrario al regime che da semplice embrione ideologico di pochi divenne, con l’evolvere della coscienza, un chiaro e delineato sentimento antifascista, che porto a comportamenti di notevole importanza in occasione di quanto successo dopo l’eccidio della Benedicta, avvenuto il giovedì santo del 1944.

I soccorritori della Croce Verde continuarono, nel corso del conflitto, seppur con i colori imposti dal duce, ad effettuare i servizi d’istituto, durante il quale continuarono a prestare soccorso alle popolazioni colpite sia dai bombardamenti sia dalle violenze dei nazifascisti.
I volontari dell’epoca, pur non avendo lasciato materiale scritto, hanno conservato memoria storica degli eventi dell’epoca, memoria che è stata raccolta in preziosi appunti, dai quali si può evincere quanto la vita dell’epoca fosse dura e quanto fossero quotidiane le esposizioni a situazioni drammatiche.
Le condizioni di intervento erano naturalmente di estremo disagio, con il pericolo per i bombardamenti che si sommava alle condizioni estremamente rischiose di recupero dei feriti,dei trasporti da effettuarsi trainando la barella a causa del razionamento che limitava i rifornimenti e quindi l’uso dell’unica autolettiga,la presenza di truppe di occupazione ed il generale contesto violento nel quale era necessario operare a favore di chi soffre.

A fronte di tutto questo, con grandi sacrifici i volontari della Croce Verde, che consideravano comunque un privilegio poter concorrere all’esecuzione di un servizio di soccorso, continuavano a prestare la loro opera a favore della cittadinanza.
Il bombardamento navale del centro città, piuttosto che i bombardamenti aerei, con le continue incursioni notturne, vedevano i volontari dell’associazione intervenire più volte per notte a soccorso delle persone colpite o per aiutare le persone inabili a raggiungere i rifugi antiaerei.
L’evoluzione degli eventi vide modificarsi l’atteggiamento delle truppe occupanti tedesche, con una crescita di quel sentimento collettivo che ha portato alla guerra di resistenza partigiana: nella sede dell’associazione si incontrava i giovani vicini alla resistenza e nella sede sociale circolava materiale antifascista.

Nel 1944 i volontari della Croce Verde di Pontedecimo, dopo l’eccidio della Benedicta, concorsero attivamente al recupero delle salme dei duecento partigiani trucidati dai nazifascisti, attività drammatica cui molti nostri concittadini parteciparono, chi fornendo il legname, chi preparando le assi, effettuando tutti la pietosa opera di composizione delle salme al fine di consentire ai martiri una degna sepoltura; fu un’azione pietosa e molto pericolosa, in quanto i nazifascisti volevano che le salme subissero l’ulteriore oltraggio dell’esibizione alle intemperie ed agli animali.

Nel primo dopoguerra si abbandonarono con slancio i colori imposti dalla dittatura, ritornando alla denominazione scelta dai fondatori, anche se anche questa volta venne a mancare una corrispondenza tra l’adeguamento degli atti e l’entusiasmo determinato di rivestire con fierezza i propri colori.
In effetti si visse in quell’epoca una sorta di dualismo, nel quale i volontari e l’associazione avevano ripreso la denominazione iniziale, mentre contestualmente venivano iniziate le pratiche formali per l’affrancamento dal Comitato Centrale della Croce Rossa.

Quando il conflitto terminò il comando delle Brigate Partigiane della VI Zona decorò con medaglia d’oro al valore la nostra vecchia bandiera con la seguente motivazione : “Sfidando la rappresaglia nazi-fascista i militi della P.A. Croce Verde di Pontedecimo provvedevano con spirito altamente umanitario, a ricuperare, identificare, tumulare le vittime del rastrellamento della “Benedicta” (4 aprile 1944). Incuranti del pericolo, sotto l’infuriare della lotta che portò alla vittoriosa insurrezione dell’aprile 1945 svolgevano il servizio sanitario ed il pronto soccorso mettendo a repentaglio la propria esistenza per la salvezza altrui”.

Già nel settembre 1946 il ministero dell’interno, su sollecitazione delle associazioni interessate, analizzava le problematiche inerenti la ricostituzione delle disciolte pubbliche assistenze, coinvolgendo nell’analisi del problema l’alto commissariato per l’igiene e la salute pubblica; purtroppo non ci fu, ne da parte dell’esecutivo ne da parte parlamentare la volontà vera di addivenire ad una risoluzione della vertenza, forse per non depauperare la Croce Rossa Italiana, sempre vicina agli ambienti ministeriali, di risorse preziose quali, nel nostro caso, l’immobile che costituisce la nostra sede sociale.

E’ curioso verificare che da un lato si ritornò spediti alla vecchia denominazione di Croce Verde, con la nuova macchina, FIAT 1100 ELR donata dal Comitato di Liberazione Nazionale, che venne regolarmente immatricolata a nome della pubblica assistenza nel settembre 1947, con regolare delibera di consiglio di amministrazione, mentre dall’altro la Croce Rossa continuasse a considerare il Pronto Soccorso di Pontedecimo un suo comitato, immatricolando una nuova autoambulanza, della quale non si hanno notizie se non quelle formali, relative alla documentazione in nostro possesso.

La cerimonia ufficiale di ripresa possesso della sede sociale, dopo il ventennio di governo fascista nel quale l’ associazione fu coattivamente sciolta, si tenne nel 1949, con un’iniziativa tenutasi presso la sede municipale alla presenza dell’allora presidente Giacomo Bosio, mentre nel 1949, con una cerimonia pubblica e la benedizione impartita da un giovane sacerdote, Emanuele Michelini, venne inaugurata la nuova bandiera della Croce, in un percorso verso la normalità post bellica che lentamente interessava tutto il Paese.

Il primo atto formale della nostra pubblica assistenza nel dopoguerra risale al 2 marzo 1952, con l’atto di costituzione della Associazione di Pubblica Assistenza Croce Verde di Pontedecimo, redatto alla presenza del notaio Bernardo Grasso.
Dall’atto di costituzione, integrato da una prima versione dello statuto sociale, che verrà di volta in volta modificato per adeguarlo alla normativa necessaria all’acquisizione della figura di ente giuridico privato si è arrivati, nel 1969, al riconoscimento di ente giuridico privato.

Nel mese di novembre del 1957 si è costituita una sottosezione della nostra associazione nella frazione di san Cipriano, a voler significare con forza il legame territoriale ed affettivo che lega quella parte del genovesato, nel comune di serra Riccò, con la nostra Associazione.
La sottosezione di San Cipriano effettua da allora attività di tesseramento e diffusione delle notizie provenienti da quella che viene definita “Casa Madre”.

La Pubblica Assistenza ha sempre continuato a prestare la propria instancabile opera di soccorso nei confronti dei concittadini, intervenendo anche fuori sede in occasione delle calamità che periodicamente hanno interessato il Paese, quali l’alluvione nel Polesine ed il terremoti in Friuli ed in Irpinia.
In ognuna di queste circostanze volontari e veicoli della Croce Verde sono intervenuti nelle zone devastate, effettuando sia i normali compiti d’istituto, quali trasporti medicalizzati e soccorsi a persone che ne avessero la necessità, sia effettuando attività complementari o di supporto alle istituzioni locali: i nostri volontari hanno effettuato collegamenti elettrici, distribuito pane e coperte, così come accompagnato i bambini a scuola.

Le attività di Protezione Civile sono continuate con interventi effettuati nelle zone colpite da fatti più recenti, quali le alluvioni che hanno colpito il Piemonte, episodio nel quale i nostri volontari hanno collaborato sia intervenendo direttamente nella zona di Clavesana sia partecipando al gemellaggio ideale che ha unito Pontedecimo con quella comunità.
Naturalmente nostri volontari sono stati attivi in occasione degli episodi alluvionali che hanno interessato la città, sia nel 1970 sia nel 1993; in entrambi i casi, l’Associazione si è resa protagonista sia delle operazioni di soccorso sia dell’attività di coordinamento dei volontari intervenuti da località distanti.

La notizia straordinaria è la normalità dell’Associazione, le continue uscite in risposta a richieste formulate da concittadini, i veicoli ed i volontari della Pubblica Assistenza che hanno continuato instancabili ad attraversare la città, una continua e rassicurante presenza alla quale la cittadinanza è da quasi un secolo abituata.
Non è costume della Nostra Associazione praticare il culto della personalità, quindi è omesso il lungo elenco di volontari che di giorno e di notte corrono a prestare soccorso ai concittadini, ma deve essere molto chiaro come negli anni l’associazione abbia continuato a adempiere a quanto sancito dai soci fondatori, adeguando nel corso degli anni le tecniche di soccorso alle esigenze metodologiche che i tempi richiedono.

I veicoli della Pubblica Assistenza sono andati evolvendosi nel tempo: dai mitici 15 ter e 614, alle milletrecento e duemilatrecento FIAT ai 238, veicoli che già puntavano ad un concetto di soccorso più moderno ed attivo e che quindi rappresentavano un forte salto ideologico tra effettuare un mero trasporto e soccorrere un paziente, nei limiti imposti dalla legge, ma con tutti gli adeguamenti sia formativi sia strumentali.

La Pubblica Assistenza di Pontedecimo ha sempre cercato di adeguarsi alle esigenze che maturavano nel corso degli anni, e questo l’ha portata, all’inizio degli anni ottanta, ad iniziare i lavori che porteranno all’ampliamento della storica sede sociale, quando con un contributo del Comune di Genova e con la generosa partecipazione dei nostri militi e concittadini, l’Associazione realizza la costruzione di una nuova autorimessa, consentendo di avere una maggiore superficie interna a disposizione dei soci frequentatori dell’associazione.
Nel 1983 è stato festeggiato “alla grande” il 75° di fondazione della P.A. con una gran partecipazione della cittadinanza e di numerose consorelle alle giornate di festa, che si sono svolte per diversi giorni nei giardini della S.O.M.S La Fratellanza.

Se è vero che la storia è fatta di corsi e ricorsi, come affermava il filosofo, nel 1985 si è riproposto il problema relativo alla proprietà della sede sociale: con una raccomandata il comitato centrale della Croce Rossa Italiana richiedeva alla nostra pubblica assistenza di “rientrare nella piena disponibilità dell’immobile in oggetto, concesso in comodato a codesta associazione a tempo indeterminato per adibirlo ai propri fini istituzionali. Si invita pertanto codesta associazione a volersi provvedere di altri locali restituendo l’immobile in oggetto libero di persone e vuoto di cose, anche interposte nel più breve tempo possibile, e comunque entro e non oltre mesi sei dalla ricezione della presente”.
Il cosiddetto immobile in questione è la nostra sede sociale, costruita con la collaborazione dei nostri soci fondatori sul terreno che Pasquale Napoli, con un accordo tra gentiluomini, aveva donato ai fondatori della Croce Verde di Pontedecimo.
Da quella raccomandata ne è scaturita una lunga vertenza civile che nel 1990 ha portato la Croce Verde ad essere dichiarata proprietaria dell’immobile dal tribunale civile, con una sentenza che definitivamente poneva la parola fine ad un’annosa vertenza che, come evidenziato precedentemente, è iniziata nel 1928.

Negli anni la Pubblica Assistenza ha sempre saputo mantenere la caratteristica di Associazione molto legata al proprio territorio e contemporaneamente anche molto legata alla sua Associazione Nazionale, con la quale ha sempre attivamente collaborato, distaccando presso la stessa membri del proprio Consiglio d’Amministrazione, che di volta in volta hanno saputo farsi apprezzare sia per la competenza sia per l’imparzialità.

Durante tutti questi anni la Croce Verde ha cercato di andare al passo con i tempi, diventando sempre più un punto di aggregazione sia per i giovani sia per gli adulti che si incontrano uniti dall’ideale della solidarietà praticata, organizzando corsi e mostre, entrando sempre più sul territorio e cercando continuamente di avvicinare i concittadini all’associazione.
La Pubblica Assistenza negli ultimi lustri si è fortemente impegnata in un’opera di educazione e informazione sanitaria: sono stati organizzati periodicamente corsi per i militi soccorritori, incontri di educazione sanitaria nelle scuole e conferenze su argomenti inerenti la salute, iniziative sempre completamente gratuite.

A partire dall’ultimo trimestre del 2001 la sede della Croce ha subito un massiccio intervento di ristrutturazione, teso a migliorare la fruibilità degli spazi sociali alla luce delle continue esigenze che maturano quotidianamente.
I volontari della Croce Verde hanno dovuto combattere quotidianamente per riuscire a portare avanti i servizi di soccorso e di trasporto mentre le maestranze operavano in sede; è stata una giostra continua tra i macchinari e gli arredi che venivano spostati a causa dell’avanzamento dei lavori, tra la polvere che sommergeva ogni cosa e la necessità di assoluta igiene, indispensabile nelle operazioni di soccorso.
I lavori di ristrutturazione che hanno interessato la sede sociale sono stati eseguiti anche grazie a diversi contributi: un lascito ereditario del concittadino Michele Cereseto, alcune importanti erogazioni della Fondazione Banca Carige, della Provincia di Genova, della Coop Liguria e della S.O.M.S. La Fratellanza di Pontedecimo e dell’Istituto bancario San Paolo.

I lavori di ristrutturazione della Croce Verde devono essere interpretati non come un mero lavoro edile, ma come l’applicazione di un ragionamento all’attuale realtà: nella sede sociale rinnovata trovano sede la guardia medica di zona, con locali idonei sia per il personale medico che per l’autista, sono stati realizzati due dormitori, in previsione della futura squadra notturna femminile e nel sottotetto è stato ricavato un ampio locale che sarà dedicato, al termine del percorso autorizzativo, a centro permanente di formazione per i volontari.
Al piano terrà è stata ripristinata l’infermeria, non più posto di prima medicazione, ma locale ove riprendere l’attività settimanale gratuita di misurazione della glicemia e della pressione arteriosa ai concittadini e locale medico messo a disposizione del sanitario del servizio di continuità assistenziale, che può utilizzarlo per visitare i pazienti che si presentano in sede.
Lo storico dormitorio del primo piano è stato trasferito al piano superione, ricavando un ’ampio salone a disposizione delle attività sociali e dove ha sede il punto locale del Centro Servizi al Volontariato per Pontedecimo.
Nella ristrutturazione al secondo piano, dov’era ubicato l’appartamento del custode sono stati ricavati i locali per il personale del servizio di continuità assistenziale, la cosiddetta guardia medica, il nuovo dormitorio ed uno spogliatoio.

La grande novità della ristrutturazione è stata data dall’innalzamento del tetto, che ha consentito, insieme ad opportuni spostamenti di volumi tecnici, di ricavare un’ampia e sala, che viene dedicata alla formazione dei volontari, sia per quanto attiene a quella organizzata direttamente dall’associazione, sia per quella realizzata in collaborazione con la centrale 118 o sotto l’egida del CELIVO.

In occasione dei festeggiamenti per il 95 ° di fondazione la Croce Verde di Pontedecimo addivenì al gemellaggio con la Pubblica assistenza Croce Bianca di Albenga, in quanto nel corso di una ricerca storica sull’evoluzione dell’agricoltura nella piana ingauna, emerse che questa fu dovuta principalmente all’introduzione di nuove tecniche agronomiche effettuata da parte di emigranti polceveraschi, i quali esportarono anche il loro patrimonio di cultura solidale, che portò nel 1912 alla fondazione della Croce Bianca.
La cerimonia di gemellaggio si svolse, specularmente, sia presso la nostra sede che presso la sede della consorella di Albenga, alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose.

Nel 2004, in occasione della ricorrenza del sessantesimo anniversario della strage della Benedicta, compiuta dalle truppe nazi-fasciste il Giovedi Santo del 1944, la bandiera dell’Associazione è stata insignita di un’ulteriore medaglia d’oro, che l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha voluto conferire alla Croce Verde di Pontedecimo quale memoria dell’opera di misericordia che i volontari dell’Associazione compirono nei confronti delle povere salme dei partigiani trucidati.

Nella recente storia dell’associazione è da rimarcare il recente acquisto del garage ove era insediata l’officina dell’elettrauto Cattaneo, l’amico “Carlin”, dove trovano ricovero notturno alcuni dei veicoli della Croce Verde e sono immagazzinati, pronti per essere consegnati a chi ne fa richiesta, i presidi ortopedici che l’associazione fornisce in comodato d’uso gratuito ed il rifacimento della superficie pertinenziale della sede sociale.
Grazie a queste due operazioni si è arrivati ad una situazione ottimale di gestione dello spazio sociale, in quanto, come si dice nella dizione gergale polceverasca, “dal cancello in poi c’è nostro”, dove nostro, naturalmente, è riferito alla proprietà dell’associazione e quindi condivisa dai soci e patrimonio collettivo della circoscrizione.

In conclusione appare chiaro come sia anche molto bello ed appagante fare parte di un sodalizio come la Nostra Croce, come sia piacevole condividere attività sociali sia con soci anziani sia con “pivelli” giovani aspiranti militi, che si avvicinano all’Associazione.
Molte persone negli ultimi tempi, in periodi di crisi profonde di valori, partecipano, secondo le loro rispettive possibilità, alle attività sociali, e nella solidarietà praticata, nei fatti, nelle opere, trovano la soddisfazione della gratitudine, il grazie sincero che ogni volontario riceve in occasione dei servizi, sia di trasporto sia di soccorso, che è il maggior appagamento quale un volontario del soccorso possa aspirare.